". -Juventus: rivalità diventata fortissima negli ultimi anni, ma nata quando, ai primi anni ’90, il Parma comincia ad occupare i quartieri aristocratici del calcio italiano ed europeo. Nel 2009/10, a due anni di distanza dalla tragica morte del "Bagna", viene nuovamente permessa la trasferta di Torino con la Juve, organizzata in treno. Nell’ottobre ’82 i parmensi, in trasferta a Ferrara, conquistano lo striscione spallino "Boys"., poi esposto. A Novara, nell’80/81, i Boys costringono gli ultras di casa a consegnare lo striscione "Forever Ultras", preso agli acerrimi rivali dei parmensi, in cambio dello striscione comasco "Venceremos". I Boys conquistano il principale striscione granata "Ghetto" (esposto a Cagliari nel 91/92), il Parma la Serie A. Nel ‘90/91 a Pisa, nel settore ospiti viene esposto e subito fatto a pezzi lo striscione "Ultras Ghetto sezione Nomadi", regalato ai Boys dai barlettani. Esposto in Nord su più piani lo striscione "Fuggi a Carrara, rompi con Ferrara, con lo Spezia scappi dopo i sassi, sull’A14 ti lanci in sorpasso, con il Sassuolo passeggio, stessa storia a Correggio, ora segni il goal della bandiera e lo vuoi dire all’Italia intera? Lo striscione "C.U.C.T." (Commando Ultrà Curva Te) viene conquistato dopo un breve inseguimento.
Il match viene sospeso per 6 minuti e il capitano della Juve Del Piero va a parlare coi capi ultrà per placare gli animi della Nord ed evitare così la sospensione definitiva della partita. L’arrivo è salutato da alcune bombe carta e di lì a poco gli si fanno incontro i ragazzi della Curva Nord juventina, tenuti poi a distanza dalle guardie. Dopo l’incontro, inaspettatamente, il corteo degli ultras canarini viene fatto passare dalla polizia davanti all’ingresso della Nord e i pochi ragazzi presenti hanno la peggio. Era il 13 gennaio 2013 quando una 50ina di Viking, Nucleo e N.a.b., si presentarono senza scorta e in corteo al "Bar Gianni", ritrovo abituale dei Boys, cercando e trovando lo scontro per poi mettere in fuga i pochi ultras crociati presenti a quell’ora, con gli juventini che ebbero 20 diffidati per l’azione. Abbiamo lavorato sodo, cercando di risvegliare l’entusiasmo, riporteremo in alto i nostri colori arancio nero e verde che saranno sempre più presenti nella nostra squadra".
Sulle maglie crociate potrà tornare quindi, sin dalla prossima stagione, lo storico scudo gialloblù-crociato, da sempre simbolo della nostra squadra del cuore. 474 cp. atteso che la contraffazione presuppone la riproduzione integrale, in tutta la sua configurazione emblematica e denominativa, di un marchio e di un segno distintivo, emergendo, invece, nel caso concreto la palese difformità tra i marchietti impressi sulle maglie di calcio sequestrate e i simboli originali oggetto di tutela. Tuttavia queste problematiche divennero sempre più rare nel corso degli anni, fino a scomparire, grazie anche ai nuovi spazi che hanno trovato gli sponsor sull'equipaggiamento calcistico dei giocatori, e lasciati "liberi" dal fornitore tecnico della squadra, come gli scarpini o (nel caso dei portieri) i guantoni. Dal 1964 il Cosenza disputa le sue gare allo Stadio San Vito-Gigi Marulla, impianto capace di ospitare 20.987 spettatori. Dal 1930, anno della riforma dei campionati, poiché il regolamento prevedeva che ogni squadra giocasse in uno stadio con relative tribune e posti a sedere, il Catania disputò i match interni al Campo dei cent'anni : un impianto semi-dilettantistico con una portata massima di 5.000 spettatori, ubicato nell'attuale piazza Giovanni Verga.
Da segnalare la presenza e l’"attesa" dei parmensi fin dal primo pomeriggio e, ad inizio gara, la contestazione contro alcuni dirigenti parmigiani e Ghirardi, rei di poco attaccamento alla squadra. Favolosa e super clean anche la scelta dei colori della terza seconda maglia liverpool, un omaggio ai colori del quartiere Testaccio casa ancestrale dei tifosi giallorossi, ma va segnalato un passo indietro rispetto al "temerario" colletto a V della passata stagione. La Nazionale deve essere simbolo e obiettivo massimo di un calciatore: se sei un fenomeno è giusto che ci vai anche a sedici anni, ma per gli altri, quelli che non hanno ancora dimostrato niente, c'è da fare molta gavetta. Il 26 aprile 2012, dopo avere fatto ricorso al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport del Comitato olimpico nazionale italiano, gli viene confermata la squalifica quinquennale. La loro reazione non tarda a venire, con lancio d’oggetti verso gli juventini. Agli inizi del ’95 gli juventini penetrano in curva Nord molto prima della partita e alcuni ragazzi li fronteggiano da soli. I ragazzi delle Due Stelle viaggiano in treno e, una volta arrivati a destinazione, sistemano le armi fuori dallo stadio, in un punto dove pensano di ripassare a fine gara.
Il match viene sospeso per 6 minuti e il capitano della Juve Del Piero va a parlare coi capi ultrà per placare gli animi della Nord ed evitare così la sospensione definitiva della partita. L’arrivo è salutato da alcune bombe carta e di lì a poco gli si fanno incontro i ragazzi della Curva Nord juventina, tenuti poi a distanza dalle guardie. Dopo l’incontro, inaspettatamente, il corteo degli ultras canarini viene fatto passare dalla polizia davanti all’ingresso della Nord e i pochi ragazzi presenti hanno la peggio. Era il 13 gennaio 2013 quando una 50ina di Viking, Nucleo e N.a.b., si presentarono senza scorta e in corteo al "Bar Gianni", ritrovo abituale dei Boys, cercando e trovando lo scontro per poi mettere in fuga i pochi ultras crociati presenti a quell’ora, con gli juventini che ebbero 20 diffidati per l’azione. Abbiamo lavorato sodo, cercando di risvegliare l’entusiasmo, riporteremo in alto i nostri colori arancio nero e verde che saranno sempre più presenti nella nostra squadra".
Sulle maglie crociate potrà tornare quindi, sin dalla prossima stagione, lo storico scudo gialloblù-crociato, da sempre simbolo della nostra squadra del cuore. 474 cp. atteso che la contraffazione presuppone la riproduzione integrale, in tutta la sua configurazione emblematica e denominativa, di un marchio e di un segno distintivo, emergendo, invece, nel caso concreto la palese difformità tra i marchietti impressi sulle maglie di calcio sequestrate e i simboli originali oggetto di tutela. Tuttavia queste problematiche divennero sempre più rare nel corso degli anni, fino a scomparire, grazie anche ai nuovi spazi che hanno trovato gli sponsor sull'equipaggiamento calcistico dei giocatori, e lasciati "liberi" dal fornitore tecnico della squadra, come gli scarpini o (nel caso dei portieri) i guantoni. Dal 1964 il Cosenza disputa le sue gare allo Stadio San Vito-Gigi Marulla, impianto capace di ospitare 20.987 spettatori. Dal 1930, anno della riforma dei campionati, poiché il regolamento prevedeva che ogni squadra giocasse in uno stadio con relative tribune e posti a sedere, il Catania disputò i match interni al Campo dei cent'anni : un impianto semi-dilettantistico con una portata massima di 5.000 spettatori, ubicato nell'attuale piazza Giovanni Verga.
Da segnalare la presenza e l’"attesa" dei parmensi fin dal primo pomeriggio e, ad inizio gara, la contestazione contro alcuni dirigenti parmigiani e Ghirardi, rei di poco attaccamento alla squadra. Favolosa e super clean anche la scelta dei colori della terza seconda maglia liverpool, un omaggio ai colori del quartiere Testaccio casa ancestrale dei tifosi giallorossi, ma va segnalato un passo indietro rispetto al "temerario" colletto a V della passata stagione. La Nazionale deve essere simbolo e obiettivo massimo di un calciatore: se sei un fenomeno è giusto che ci vai anche a sedici anni, ma per gli altri, quelli che non hanno ancora dimostrato niente, c'è da fare molta gavetta. Il 26 aprile 2012, dopo avere fatto ricorso al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport del Comitato olimpico nazionale italiano, gli viene confermata la squalifica quinquennale. La loro reazione non tarda a venire, con lancio d’oggetti verso gli juventini. Agli inizi del ’95 gli juventini penetrano in curva Nord molto prima della partita e alcuni ragazzi li fronteggiano da soli. I ragazzi delle Due Stelle viaggiano in treno e, una volta arrivati a destinazione, sistemano le armi fuori dallo stadio, in un punto dove pensano di ripassare a fine gara.