Grazie al lavoro persistente e determinato in quanto selezionatore, Petkovic si è guadagnato una buona reputazione nel mondo del calcio e il suo nome è stato accostato ai grandi club quali il Milan. La nazionale italiana di calcio vanta altresì un singolare primato: tutti e sette i titoli ufficiali vinti dagli azzurri sono stati ottenuti tra le mura domestiche (Roma, campionato del mondo 1934 e campionato d'Europa 1968) o in casa delle altre quattro rivali calcistiche europee (Parigi, campionato del mondo 1938; Madrid, campionato del mondo 1982; Berlino, Olimpiade 1936 e campionato del mondo 2006; Londra, campionato d'Europa 2020); l'Italia ha dunque alzato al cielo un trofeo in tutte e cinque le grandi capitali dell'Europa occidentale. Ma anche Petkovic è consapevole che sono i grandi tornei a contare: «I risultati sono imprescindibili». «Se ci sono due giocatori bravi, gioca quello più giovane». Chiudiamo con due divise che, purtroppo, in questo Europeo non vedremo più: le nostre.
La Svizzera ha disputato un campionato europeo convincente. È però uscito dall’ombra del suo predecessore Ottmar Hitzfeld, si è imposto anche nella Svizzera tedesca e sostiene che la fine del suo lavoro è ancora lontana. Sono la chiesa della Madonna del Rosario a Ponzano, la chiesa di San Giovanni Evangelista (detta anche Madonnina del Grappa), la chiesa dello Spirito Santo a Serravalle, la chiesa di Cristo Re a Ponte a Elsa (2000), la chiesa di San Jacopo ad Avane (ricostruita).e la chiesa del Sacro Cuore a Sant'Andrea-Fontanella. E, fattore non trascurabile di una campagna di immagine di successo, i risultati sul campo sono migliorati. Prima degli Europei del 2016 e dopo una serie di risultati deludenti, l’Associazione svizzera di calcio ha lanciato un’operazione seduzione. Alcuni mesi dopo essere entrato in carica, Petkovic si è ritrovato sotto pressione a causa di risultati insufficienti. Nel 1997/98, durante gli ultimi anni di Serie D, la tifoseria è costretta a tornare nella tribuna ovest a causa delle nuove normative per la sicurezza e l'ordine pubblico. La squadra ha in seguito inanellato una serie eccezionale di nove vittorie consecutive durante le qualificazioni per i Mondiali in Russia.
«Le prospettive della squadra sono buone», ritiene. L’esperienza accumulata in questo ambito lo ha aiutato a sviluppare la competenza probabilmente più importante per un commissario tecnico: la capacità di gestire un gruppo in cui sono riuniti oltre 20 giocatori ambiziosi che si considerano tutti delle piccole aziende indipendenti. Eppure, maglia torino 2024 Petkovic ha già adottato da tempo delle misure pertinenti per rinnovare lentamente la sua squadra. Cerca l'etichetta Materiali sostenibili su tutta la gamma di kit Nike delle squadre di calcio. Il kit è, per l’appunto, nero con una trama a scacchi tono su tono e presenta un collarino molto particolare con chiusura anteriore ad un bottone. Un dettaglio molto particolare è dato dalla presenza di un bottone rosso a chiusura del colletto che richiama l’occhio dell’airone sullo stemma. «L’immagine che ho dato non era ideale», riconosce Petkovic. L’atteggiamento difficile dell’allenatore era diventato un ostacolo al successo. Aveva già reagito così quando era allo Yong Boys, la squadra di Berna, dove aveva ottenuto nel 2008 il suo primo grosso contratto da allenatore. Per la nazionale elvetica è ora giunto il momento di superare per una volta lo stadio degli ottavi di finale, idealmente già ai Mondiali del 2018. Ma prima bisognerà affrontare, il 9 e 12 novembre, lo spareggio contro l’Irlanda del Nord, un outsider scomodo e super motivato.
Il prolungamento anticipato del suo contratto fino al termine del 2019 ha già fatto discutere. La stagione 2018-2019 ebbe due volti: dopo un girone di andata deficitario, con la squadra al penultimo posto, il girone di ritorno fu all'insegna della risalita, con 31 punti (frutto di 9 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte) che valsero il terzo posto in classifica al termine della stagione regolare, che consentì ai giallorossi di disputare la finale dei play-off, persa contro la Deghi Lecce. Sulla carta, la Svizzera è senza dubbio la squadra migliore e con maggior talento. L'animale trottò via, senza dubbio diretto alle stalle. Petkovic si è ampiamente reinventato, ha iniziato a discutere più apertamente con i media, prendendosi il tempo di parlare con i giornalisti, senza reagire malamente alle domande che non erano di suo gradimento. La sua squadra gettò alle ortiche un vantaggio di 13 punti sul Basilea. Forse non è un caso che vive in Ticino, nella "periferia" della Svizzera, invece che a Zurigo, Basilea o Berna. Dal piccolo club di Coira si è trasferito in Ticino, dove ha allenato l’Agno, il Lugano e il Bellinzona. Sfiduciato e attaccato duramente dal Blick, Petkovic ha reagito a modo suo, coi nervi a fior di pelle, vulnerabile e diffidente.
La Svizzera ha disputato un campionato europeo convincente. È però uscito dall’ombra del suo predecessore Ottmar Hitzfeld, si è imposto anche nella Svizzera tedesca e sostiene che la fine del suo lavoro è ancora lontana. Sono la chiesa della Madonna del Rosario a Ponzano, la chiesa di San Giovanni Evangelista (detta anche Madonnina del Grappa), la chiesa dello Spirito Santo a Serravalle, la chiesa di Cristo Re a Ponte a Elsa (2000), la chiesa di San Jacopo ad Avane (ricostruita).e la chiesa del Sacro Cuore a Sant'Andrea-Fontanella. E, fattore non trascurabile di una campagna di immagine di successo, i risultati sul campo sono migliorati. Prima degli Europei del 2016 e dopo una serie di risultati deludenti, l’Associazione svizzera di calcio ha lanciato un’operazione seduzione. Alcuni mesi dopo essere entrato in carica, Petkovic si è ritrovato sotto pressione a causa di risultati insufficienti. Nel 1997/98, durante gli ultimi anni di Serie D, la tifoseria è costretta a tornare nella tribuna ovest a causa delle nuove normative per la sicurezza e l'ordine pubblico. La squadra ha in seguito inanellato una serie eccezionale di nove vittorie consecutive durante le qualificazioni per i Mondiali in Russia.
«Le prospettive della squadra sono buone», ritiene. L’esperienza accumulata in questo ambito lo ha aiutato a sviluppare la competenza probabilmente più importante per un commissario tecnico: la capacità di gestire un gruppo in cui sono riuniti oltre 20 giocatori ambiziosi che si considerano tutti delle piccole aziende indipendenti. Eppure, maglia torino 2024 Petkovic ha già adottato da tempo delle misure pertinenti per rinnovare lentamente la sua squadra. Cerca l'etichetta Materiali sostenibili su tutta la gamma di kit Nike delle squadre di calcio. Il kit è, per l’appunto, nero con una trama a scacchi tono su tono e presenta un collarino molto particolare con chiusura anteriore ad un bottone. Un dettaglio molto particolare è dato dalla presenza di un bottone rosso a chiusura del colletto che richiama l’occhio dell’airone sullo stemma. «L’immagine che ho dato non era ideale», riconosce Petkovic. L’atteggiamento difficile dell’allenatore era diventato un ostacolo al successo. Aveva già reagito così quando era allo Yong Boys, la squadra di Berna, dove aveva ottenuto nel 2008 il suo primo grosso contratto da allenatore. Per la nazionale elvetica è ora giunto il momento di superare per una volta lo stadio degli ottavi di finale, idealmente già ai Mondiali del 2018. Ma prima bisognerà affrontare, il 9 e 12 novembre, lo spareggio contro l’Irlanda del Nord, un outsider scomodo e super motivato.
Il prolungamento anticipato del suo contratto fino al termine del 2019 ha già fatto discutere. La stagione 2018-2019 ebbe due volti: dopo un girone di andata deficitario, con la squadra al penultimo posto, il girone di ritorno fu all'insegna della risalita, con 31 punti (frutto di 9 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte) che valsero il terzo posto in classifica al termine della stagione regolare, che consentì ai giallorossi di disputare la finale dei play-off, persa contro la Deghi Lecce. Sulla carta, la Svizzera è senza dubbio la squadra migliore e con maggior talento. L'animale trottò via, senza dubbio diretto alle stalle. Petkovic si è ampiamente reinventato, ha iniziato a discutere più apertamente con i media, prendendosi il tempo di parlare con i giornalisti, senza reagire malamente alle domande che non erano di suo gradimento. La sua squadra gettò alle ortiche un vantaggio di 13 punti sul Basilea. Forse non è un caso che vive in Ticino, nella "periferia" della Svizzera, invece che a Zurigo, Basilea o Berna. Dal piccolo club di Coira si è trasferito in Ticino, dove ha allenato l’Agno, il Lugano e il Bellinzona. Sfiduciato e attaccato duramente dal Blick, Petkovic ha reagito a modo suo, coi nervi a fior di pelle, vulnerabile e diffidente.